Dieta e cancro: quale relazione con carni rosse

Dieta e cancro: carni rosse conservate e tumore del tubo digerente

Dieta e cancro sembra ormai una relazione accertata eppure, allo stesso tempo, sembra che la pizza preferita dai bambini sia ancora con patatine fritte e wurstel. Ormai ovunque sono previsti menu bimbo composti proprio da alimenti come hamburger, wurstel, prosciutto cotto, etc  e magari accompagnati da una bibita gasata e zuccherata. Il prezzo chiaramente è accessibile a tutti! Ma questo è davvero un menu bimbi o semplicemente un modo per tenerli a tavola tranquilli? E inoltre siamo proprio sicuri che questo sia il loro pasto preferito o siamo noi che ci siamo convinti di questo proponendolo a loro e rendendo poi il tutto un’abitudine? A questi interrogativi non può esserci una risposta certa e univoca ma ciò che sappiamo è che L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro. Già nel 2015, infatti, è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Oncology il risultato di un attento esame realizzato su oltre 800 studi epidemiologici di tutto il mondo aventi ad oggetto l’associazione fra carni rosse e insorgenza di cancro. In seguito a tale esame gli esperti hanno classificato come cancerogeni certi le carni rosse lavorate. La pubblicazione recita: “sulla base di sufficienti evidenze legano al tumore del colon le carni rosse lavorate ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Inoltre un legame è stato individuato anche con il tumore allo stomaco”.

E cosa succede se invece la carne rossa non è conservata ma fresca? Alimenti come la carne di maiale, la carne di cavallo, la carne di manzo e così via sono stati inseriti dalla stessa organizzazione nella classificazione dei probabili cancerogeni. La pubblicazione, infatti, riferisce che  “i numerosi e rilevanti dati dimostrano un’associazione positiva fra carni rosse e soprattutto cancro al colon, ma anche tumori di pancreas e prostata”.

Questi dati evidenziano quindi una certa relazione tra Dieta e Cancro.

Abbiamo provato a capire cosa ne pensa a tal proposito l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (Airc) e anche sul loro sito si legge “gli studi su salumi e insaccati hanno una qualità e un’ampiezza tale da farci dire con sicurezza che i salumi possono aumentare il rischio di ammalarsi, mentre che gli studi sulle carni rosse sono statisticamente meno forti e quindi ci permettono solo di dire che probabilmente l’associazione esiste”.

E se ne mangio meno? La stessa AIRC scrive che “Un consumo modesto di carni rosse non aumenta in modo sostanziale il rischio di ammalarsi di cancro del colon-retto in individui a basso rischio di partenza, ma è comunque associato a un maggior rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.” Quindi ci sembra di capire che un consumo modesto ci lascia incerti sul cancro ma sicuramente più esposti a altre patologie gravi come il diabete e le malattie cardiovascolari.

La Dott.ssa Villarini, Biologa e specialista in scienza dell’alimentazione e autrice di “Prevenire i tumori mangiando con gusto” – libro consigliato da IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – già nel 2009 scriveva “una delle conoscenze più consolidate su dieta e cancro è la relazione fra il consumo di carni rosse e conservate (salumi, wurstel, hamburger e simili) e tumori del tubo digerente”.

A questo punto credo che l’interrogativo sia d’obbligo: “Come mai anche nelle strutture ospedaliere e nei reparti oncologici somministrano ancora questo tipo di alimenti?” Assistendo ad un’intervista fatta qualche anno fa al Dott. Franco Berrino – Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Istituto Nazionale Tumori di Milano – nella quale fu posto lo stesso interrogativo lui rispose “Diffidate del cibo dell’ospedale”.

E noi? Noi possiamo scegliere ogni giorno di cosa nutrirci sulla base di questi dati.

E per i più piccoli bisogna considerare che già dai 3 anni si gettano le basi per la salute da adulto, per il funzionamento del metabolismo e per lo sviluppo del sistema immunitario.

Monica D'Imperio
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