Dieta e cancro: carni rosse conservate e tumore del tubo digerente
Dieta e cancro sembra ormai una relazione accertata eppure, allo stesso tempo, sembra che la pizza preferita dai bambini sia ancora con patatine fritte e wurstel. Ormai ovunque sono previsti menu bimbo composti proprio da alimenti come hamburger, wurstel, prosciutto cotto, etc e magari accompagnati da una bibita gasata e zuccherata. Il prezzo chiaramente è accessibile a tutti! Ma questo è davvero un menu bimbi o semplicemente un modo per tenerli a tavola tranquilli? E inoltre siamo proprio sicuri che questo sia il loro pasto preferito o siamo noi che ci siamo convinti di questo proponendolo a loro e rendendo poi il tutto un’abitudine? A questi interrogativi non può esserci una risposta certa e univoca ma ciò che sappiamo è che L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro. Già nel 2015, infatti, è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Oncology il risultato di un attento esame realizzato su oltre 800 studi epidemiologici di tutto il mondo aventi ad oggetto l’associazione fra carni rosse e insorgenza di cancro. In seguito a tale esame gli esperti hanno classificato come cancerogeni certi le carni rosse lavorate. La pubblicazione recita: “sulla base di sufficienti evidenze legano al tumore del colon le carni rosse lavorate ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Inoltre un legame è stato individuato anche con il tumore allo stomaco”.
E cosa succede se invece la carne rossa non è conservata ma fresca? Alimenti come la carne di maiale, la carne di cavallo, la carne di manzo e così via sono stati inseriti dalla stessa organizzazione nella classificazione dei probabili cancerogeni. La pubblicazione, infatti, riferisce che “i numerosi e rilevanti dati dimostrano un’associazione positiva fra carni rosse e soprattutto cancro al colon, ma anche tumori di pancreas e prostata”.
Questi dati evidenziano quindi una certa relazione tra Dieta e Cancro.
Abbiamo provato a capire cosa ne pensa a tal proposito l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (Airc) e anche sul loro sito si legge “gli studi su salumi e insaccati hanno una qualità e un’ampiezza tale da farci dire con sicurezza che i salumi possono aumentare il rischio di ammalarsi, mentre che gli studi sulle carni rosse sono statisticamente meno forti e quindi ci permettono solo di dire che probabilmente l’associazione esiste”.
E se ne mangio meno? La stessa AIRC scrive che “Un consumo modesto di carni rosse non aumenta in modo sostanziale il rischio di ammalarsi di cancro del colon-retto in individui a basso rischio di partenza, ma è comunque associato a un maggior rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.” Quindi ci sembra di capire che un consumo modesto ci lascia incerti sul cancro ma sicuramente più esposti a altre patologie gravi come il diabete e le malattie cardiovascolari.
La Dott.ssa Villarini, Biologa e specialista in scienza dell’alimentazione e autrice di “Prevenire i tumori mangiando con gusto” – libro consigliato da IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – già nel 2009 scriveva “una delle conoscenze più consolidate su dieta e cancro è la relazione fra il consumo di carni rosse e conservate (salumi, wurstel, hamburger e simili) e tumori del tubo digerente”.
A questo punto credo che l’interrogativo sia d’obbligo: “Come mai anche nelle strutture ospedaliere e nei reparti oncologici somministrano ancora questo tipo di alimenti?” Assistendo ad un’intervista fatta qualche anno fa al Dott. Franco Berrino – Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Istituto Nazionale Tumori di Milano – nella quale fu posto lo stesso interrogativo lui rispose “Diffidate del cibo dell’ospedale”.
E noi? Noi possiamo scegliere ogni giorno di cosa nutrirci sulla base di questi dati.
E per i più piccoli bisogna considerare che già dai 3 anni si gettano le basi per la salute da adulto, per il funzionamento del metabolismo e per lo sviluppo del sistema immunitario.
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Banana Bread con o senza?
Chi ha fatto la scelta di curarsi della propria alimentazione sa perfettamente che il primo passo è quello di identificare gli alimenti pro. Il secondo è quello di ricercare delle ricette che possano fare al proprio caso. Questo è un passaggio necessario perchè dobbiamo apprendere un nuovo modo di cucinare. Inoltre, seguire – almeno all’inizio – ricette già sperimentate da altri ci permette di avere una guida e anche una probabilità di successo più alta che quindi ci spingerà a continuare lungo questo percorso. Se ci facciamo caso, però, uno dei modi più utilizzati per cercare le ricette giuste è accompagnare il nome della ricetta seguito dalla parola “SENZA”. Crema “SENZA” uova, “SENZA” latte, “SENZA” glutine e così via. Già il nostro modo di ricerca ci fa pensare a una rinuncia. In realtà sarebbe bello riuscire a cercare delle ricette con un’accezione positiva: Banana Bread con farina di miglio, Crema con latte alle mandorle e così via. La nostra non è una rinuncia ma una scelta consapevole!
Per questo oggi vi proponiamo la ricetta del Banana Bread con farina di miglio. Provatela!
Ingredienti
Procedimento
Mescolare la farina di miglio con la farina di riso e lo zucchero di canna. Schiacciare due banane mature e aggiungerle alla farina. Impastare il tutto. Mescolare il latte di mandorle precedentemente preparato con l’olio di semi di girasole e aggiungere il tutto al composto. Mescolare. Lavorare l’impasto ottenuto con un frullino (con fruste da impasto) o con un robot da cucina per 12 minuti. L’impasto deve risultare cremoso e omogeneo. Sgusciare la frutta secca e tritarla al coltello. Aggiungere all’impasto 2/3 della granella ottenuta e i semi di chia. Versare l’impasto in una teglia precedentemente oliata. Cospargere il tutto con la granella di frutta a guscio rimasta e infornate per 25/30 minuti a 180°.
Per colazione o merenda, accompagnato al nostro succo di mela Bio, questo Banana Bread è una vera delizia!
Nel nostro sito potete trovare le mandorle di Sicilia, la farina di miglio macinata a pietra, l’olio di semi di girasole spemuto a freddo e il succo di mele per accopagnare il nostro Banana Bread. Chiaramente tutto Bio e rigorosamente Made in Italy!
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Cosa sono i Parabeni? Quale effetto hanno sul nostro organismo? Lo sapevate che i Parabeni sono presenti anche negli alimenti?
Negli ultimi anni è stato forte l’effetto mediatico contro l’uso dei parabeni e sugli effetti negativi che questi hanno sul nostro corpo. Solitamente, però, abbiamo sempre trovato queste sostanze associate ai prodotti cosmetici o per la detersione del nostro corpo tanto che sono varie le aziende che hanno iniziato a produrre prodotti Paraben Free. Ma lo sapevate che queste sostanze sono presenti anche nei nostri alimenti?
Proviamo insieme a capire cosa sono, dove sono e come evitarli.
I Parabeni fanno parte della famiglia degli interferenti endocrini. Questi sono sostanze chimiche che, imitando gli ormoni naturali, modificano il sistema endocrino di uomini e animali. Il sistema endocrino è quello preposto al coordinamento dell’attività ormonale ed é fondamentale per regolare processi vitali come il tasso della glicemia, la pressione sanguigna, lo sviluppo embrionale e così via. Queste sostanze sono ormai purtroppo ovunque: nelle padelle antiaderenti, nei giocattoli dei bambini per renderli più morbidi, in prodotti per la cosmesi e la detersione del corpo come creme, shampoo, deodoranti, etc perché fungono da antifungini e conservanti. Sono proprio queste due funzioni che fanno si che tali sostanze così impattanti per il nostro organismo siano presenti anche nel cibo di cui ci nutriamo. I parabeni più presenti nei nostri alimenti sono:
Il metilparabene (E218 e il suo sale sodico E219) utilizzato per prodotti alimentari, shampoo, saponi e cosmetici;
Il Propilparabene (E216) utilizzati per prodotti alimentari, cosmesi e farmaci;
L’Etilparabene (E214) utilizzato nei prodotti alimentari.
Avendo la funzione di ritardare la decomposizione dei prodotti, tali sostanze sono largamente utilizzati nei prodotti a lunga conservazione come marmellate, carne in scatola, pesce, bibite e tanto altro. Tra i vari effetti negativi riscontrabili per il nostro organismo ritroviamo l’infertilità femminile e il tumore al seno.
Alcuni a questo punto si chiederanno come mai queste sostanze tossiche sono ancora utilizzate e non vietate. In realtà tali sostanze sono autorizzate imponendo alle aziende produttrici un limite massimo per prodotto. Il limite soglia é imposto dal livello di tossicità sopportabile per il nostro organismo ed è determinato attraverso esperimenti di laboratorio. La questione é che ció che accade fuori dal laboratorio é un pó più complesso: come gestire l’accumulo di sostanze? con quante sostanze tossiche entriamo in contatto per inalazione, ingestione, assorbimento della pelle? questo non é possibile determinarlo in maniera generale. Ognuno di noi ha abitudini quotidiane diverse e sostanze diverse con cui entra in contatto. Ed ecco che si fa presto a superare il limite soglia e quindi a sottoporre il nostro organismo a livelli di tossicità insostenibile.
Come evitarli? Adesso che li conoscete basta leggere le etichette e evitare tutti quei prodotti che li contengono!
Buona ricerca a tutti!
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Super Detox: come liberarsi da ciò che è tossico o nocivo.
Ero in libreria e mi è capitato sotto gli occhi questo libro. Non ho resistito alla tentazione di iniziare a leggerlo e così ho passato la mia serata di venerdì intenta in questa lettura. Chi scrive è un Chirurgo pediatrico, il Dott. Patrice Halami segretario generale dell’Associazione francese Asef che conta 2.500 medici impegnati nella prevenzione e nell’educazione in materia di salute ambientale. Tanti increduli del potere dell’alimentazione per la nostra salute giustificano l’incredulità col fatto che non ci sono studi scentifici che sostengono queste tesi e che i medici spesso sono assolutamente scettici sulle potenzialità che il cibo ha per la salute del nostro corpo. Fortunatamente iniziano ad esserci libri scritti da Medici che a causa della loro esperienza professionale non possono che sostenere queste tesi. Non possono non vedere. Il Dott. Halami inizia interrogandosi sul perchè prima degli anni duemila nelle scuole c’era un bambino asmatico per classe mentre oggi ne registriamo uno per fila. Lui scrive: “Non è sufficiente prescrivere un broncodilatatore ad un bambino asmatico ignorando le cause della sua malattia. Non si risolve granché, se i fattori di rischio permangono. Per me un medico non è tecnico della salute. La medicina è un’arte, e include anche la prevenzione … Al di là delle cure immediate la mia missione consiste anche nell’impedire la costruzione di un asilo nido nei pressi di un grosso snodo viario, o nel sensibilizzare sindaci a utilizzare prodotti bio nelle mense scolastiche.”
Super Detox è un libro attraverso il quale chi scrive cerca di fornire le indicazioni pratiche da seguire quotidianamente per poter ridurre l’esposizione alle sostanze tossiche che ormai caratterizza la nostra vita. Questo viene fatto analizzando le 24 ore della nostra giornata e le azioni che ripetutamente compiamo. Tutto senza ossessione, consapevole che ci sono cose dalle quali oggi è quasi impossibile prescindere.
Immaginate che nel 2012 il prof. Charles Sultan, endocrinologo pediatrico, ha condotto due anni di indagine in una regione del Brasile fortemente colpita dalle malformazioni genitali nei bambini piccoli e ha scoperto che il 92% dei bambini che presentavano una malformazione aveva subito un’esposizione a insetticidi durante la gestazione. L’80% delle madri e il 58% dei padri coinvolti avevano un’attività lavorativa che prevedeva l’utilizzo di pesticidi o di altri interferenti endocrini.
Una lettura assolutamente consigliata.
A presto!
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Avete spesso sentito parlare dell’ Hummus di Ceci e volete saperne di più? Ecco tutti i segreti e i benefici di questo splendido piatto.
Questa è una crema a base di ceci molto tipica del mediterraneo. Ha un sapore molto speziato e si accompagna benissimo ad hamburger vegetali, polpette ma anche semplicemente come crema spalmabile su pane e crostini.
Questa crema molto versatile può rappresentare una giusta alternativa per chi cerca per se o per i propri ospiti qualcosa di sano e originale. Allo stesso tempo rappresenta un modo per inserire nel nostro copro tanti nutrienti importanti semplicemente mangiando. Le proprietà benefiche di questo piatto derivano dagli ingredienti che lo compongono tra i quali ritroviamo i semi di cumino, il limone, l’aglio i semi di girasole (in alternativa è possibile adoperare anche i semi di sesamo) e così via.
Partiamo dai Ceci. Questi legumi sono un’ottima fonte proteica e svolgono un ruolo molto importante di protezione del cuore, abbassano i livelli di colesterolo cattivo, apportano benefici alla circolazione del sangue e regolano le funzioni del nostro intestino.
Il Cumino, invece, ha grandi proprietà digestive ed è ricco di sostanze antiossidanti.
Anche il limone ha moltissime proprietà benefiche per il nostro organismo dato che combatte i radicali liberi, mantiene in salute i vasi sanguigni ma anche denti e gengive.
L’Aglio, invece, è un Antibatterico naturale, contribuisce alla riduzione della pressione e del colesterolo e, a dosi elevate, è stato dimostrato che questo alimento è capace di ridurre la tossicità causata dai metalli pesanti.
E adesso che abbiamo conosciuto meglio l’ Hummus di Ceci proviamo a prepararlo!
Ingredienti
- 200 gr di ceci
- 2 cucchiai di salsa tahin (noi abbiamo utilizzato quella di semi di girasole).
- 1 limone spremuto
- 5 cucchiai di olio
- 1 spicchio di aglio
- 1 cucchiaino di paprika
- 1 cucchiaino di cumino
- sale, prezzemolo e pepe nero q.b.
Preparazione
Mettere a bagno i ceci 12 ore prima della preparazione.
Lavare i ceci e cuocerli per 90 minuti in abbondante acqua salata. Terminata la cottura scolarli trattenendo l’acqua di cottura che potrebbe servire nella preparazione della crema.
Inserire nel mixer i ceci e far frullare con tutti gli altri ingredienti trattenendo qualche semi di cumino, del prezzemolo tritato e una spolverata di paprika da utilizzare nella presentazione del piatto. Se la crema dovesse risultare troppo densa aggiungere qualche mestolo di acqua di cottura dei ceci.
Quella dell’ Hummus di Ceci è una ricetta perfetta sia per gli intolleranti al glutine che per chi sceglie un’alimentazione priva di sistanze di origine animale.
Nel nostro sito per la preparazione di questa ricetta sono presenti i Ceci Azienda Faldo del Picchirillo e la crema tahina dell’azienda Torre Colombaia.
A presto e buon venerdì a tutti!
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Come massimizzare i benefici dello Zafferano e quali sono?
Lo Zafferano è una spezia utilizzata nella preparazione di moltissime ricette che vanno dal classico risotto allo zafferano a secondi piatti di carne o pesce e dolci profumati.
Tanti ancora oggi si chiedono a cosa sia dovuto il suo valore così elevato. Oltre alla preziosità della spezia in se, a comporre il suo valore contribuiscono anche le tecniche di lavorazione e di raccolta: tutte le fasi della coltivazione e lavorazione vengono ancora oggi realizzate interamente a mano. A tutto questo va inoltre aggiunto che per ottenere un chilogrammo di zafferano è necessario raccogliere 150.000 fiori.
Oltre, però, ad essere un prezioso ingrediente in cucina, interessanti risultano essere i benefici dello Zafferano per il nostro organismo. Sembra, infatti, che questa spezia agisca positivamente sul nostro umore ed è per questo che sono stati avviati studi clinici volti a determinare il possibile supporto che tale sostanza può fornire nel trattamento di stati depressivi lievi. Per la stessa ragione sembra che gli effetti positivi possano registrarsi anche sui sintomi premestruali legati soprattutto all’umore e alla tensione.
Lo Zafferano contiene numerossisimi elementi preziosi per il nostro corpo tra i quali ricordiamo:
Carotenoidi: una dieta con elevate assunzione di caroteni sembra possa offrire protezione contro lo sviluppo di alcuni tumori.
Vitamina B1 E B2: queste vitamine rivestono un ruolo essenziale per il normale funzionamento del sistema nervoso e del tono muscolare dell’area gastrointestinale. Hanno, tra le varie funzioni, quella di trasformare i carboidrati in glucosio impiegato per produrre energia per l’organismo. Le vitamine del gruppo B svolgono, inoltre, un ruolo importante nella protezione della cute, dei capelli e del cuoio capelluto.
Sembra, inoltre, che tra i benefici dello Zafferano sia possibile annoverare la capacità di impedire la degenerazione maculare e di proteggere la memoria. Su questo sembra che siano anche stati avviati degli studi per verificare la possibilità che questa spezia possa ridurre il rischio di patologie come l’Alzheimer.
Sono inoltre stati registrati benefici sull’apparato digerente ed è per questo spesso indicato come rimedio naturale per gastriti. Lo zafferano, infine, riduce la pressione sanguigna e accelera il metabolismo.
Vi aspettavate tutto questo da Mr. Zafferano?
L’uso più diffuso è come ingrediente in varie ricette ma questa preziosa spezia può anche essere adoperata come infuso aggiungendo gli stimmi ad una tazza di acqua e portando il tutto ad ebollizione.
Nel nostro sito è possibile trovare lo Zafferano purissimo di Pozzolengo, coltivato tra il Lago di Garda e le colline Moreniche, territorio collinare con abbondanza di acqua. L’azienda agricola Al Muras coltiva zafferano biologico dal 2001 e dalle analisi periodicamente effettuate tale produzione risulta di primissima qualità. Questo va attribuito, oltre alle caratteristiche proprie del terreno e alle condizioni atmosferiche del territorio, anche al fatto che tutte le fasi della lavorazione di tale spezia sono realizzate manualmente.
Alla prossima!
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Se parliamo di benefici derivanti dall’utilizzo delle erbe aromatiche la prima cosa a venirci in mente è il potere che l’uso di queste piante ha di ricongiungerci con le nostre origini. Da sempre si raccolgono erbe selvatiche e si tramandano le conoscenze sulle loro proprietà. Il loro utilizzo rievoca nella nostra mente ricordi e sentimenti, conoscenza e tradizione.
Oggi ci sembra che tutto sia sempre stato così: gli ospedali, i medici, i farmaci di sintesi e così via. E invece pensate che ciò che attualmente chiamiamo sistema sanitario nazionale ha avuto origine solo nel XX secolo. Fino a quel momento la gente doveva spesso trovare da sola dei rimedi per curare malattie e ferite e spesso si affidavano proprio alle erbe medicinali e alla medicina popolare.
Questo tipo di medicina ha radici in tempi immemorabili. Immaginate che le prime tracce dell’utilizzo delle erbe aromatiche risale a circa 60.000 anni fa.
Soffermandoci su tempi relativamente più recenti già nel 400 a. C. circa, il medico greco Ippocrate descrisse le proprietà di 230 piante medicinali.
Delle erbe aromatiche, dette anche officinali se utilizzate come rimedi curativi, si possono utilizzare varie parti della pianta (foglie, frutti, fiori, radici, cortecce ecc.). Particolare importanza rivestono tuttavia, nella maggior parte dei casi, le foglie.
Ma vediamo più nel dettaglio i benefici di alcune erbe aromatiche
L’Alloro
Vi ricordate le nostre nonne che inserivano 4-5 foglie essicate di alloro nella preparazione dei legumi? Questo non era un gesto inconsapevole ma trovava il suo fondamento nella capacità di queste foglie di favorire l’eliminazione dei gas intestinali e quindi di ridurre il gonfiore addominale derivante propri dalla fermentazione dei legumi nel nostro intestino. Per questa stessa ragione le foglie di alloro possono essere utilizzate anche come rimedio naturale per mal di stomaco e coliche.
Le foglie fresche d’alloro sono una fonte importante di vitamina C in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi e stimolare l’azione del sistema immunitario.
Le foglie di alloro contengono vitamina A e sali minerali come ferro e potassio.
Come utilizzarle?
Aggiungendole alla preparazione dei pasti come legumi, ma anche per insaporire carne e pesce. Ricordarsi di rimuoverle prima di impiattare.
Altra modalità di utilizzo potrebbe essere quella dell’infuso. Per la preparazione far bollire le foglie per 5 minuti e lasciar riposare per 15 minuti.
La Salvia
E’ interessante scoprire che già nel nome questa pianta aromatica contiene qualcosa di prezioso. Pensate che il nome deriva dal latino salvus, salvo, salvare, guarire, in buona salute.
Come e quando utilizzarla?
In cucina per arricchire piatti forti come i tortelli di erbette parmigiani e le carni grasse.
Come infuso al mattino o alla sera per beneficiare delle proprietà antinfiammatorie del cavo orale, antisettiche e antibatteriche.
Alla sera può essere anche adoperato come tisana per contrastare gli incubi ed i sudori notturni delle persone debilitate, contro la depressione, contro l’affaticamento mentale.
Il Rosmarino
Oggi tutti ricorrono a farmaci di sintesi per contrastare il colesterolo. Eppure, oltre ad una sana alimentazione e ad una quotidiana attività fisica che sicuramente ci aiuterebbero a tenere il colesterolo sottocontrollo, possiamo beneficiare anche delle proprietà del rosmarino. Questa diffusissima erba aromatica, infatti, tra le sue funzioni principali ha quella di abbassare il colesterolo. Sembra, inoltre, che da un recente studio dell’università dell’Illinois questa pianta sarebbe anche in grado di combattere il diabete di tipo 2 al pari dei farmaci di sintesi.
Anche in questo caso possiamo utilizzarne un rametto per la preparazione di infusi o per arricchire le nostre ricette.
Il Timo
Il timo, grazie alle sue proprietà disinfettanti, è indicato come rimedio naturale per le infezioni dell’apparato respiratorio come tosse, asma, mal di gola e bronchiti.
Il nome di questa erba aromatica deriva dal greco thymos (animo, principio vitale). Anche in questo l’assunzione è consigliabile in aggiunta alla preparazione delle nostre ricette, tramite un infuso, decotto o tintura madre.
Nel nostro sito potete trovare varie erbe aromatiche essiccate tutte Bio e tutte Italiane.
A presto!
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Pranzo al sacco e voglia di Pic nic? Ecco un’idea!
Mangiare all’aperto è un’attività che concilia le esigenze di grandi e piccini. Ormai siamo in primavera e la voglia di essere all’aperto riguarda tutti. I bimbi corrono senza freni e sviluppano la capacità di socializzazione. Gli adulti si rilassano, rigenerano e ossigenano il proprio organismo beneficiando della positività delle piante per il corpo ma anche per lo spirito. E per il pranzo? Chi sceglie un’alimentazione attenta può voler cercare delle alternative al classico panino o tramezzino da pic nic. Noi per il nostro primo pic nic della stagione abbiamo scelto la ricetta di un’insalata fredda mediterranea a base di farro e grano saraceno. Com’è andata? Un successone e non ne è rimasto neppure un chicco!
Ecco la ricetta.
Ingredienti per 6 persone
- 250 gr di farro Bio (Per la versione gluten free sostituire il farro con una dose doppia di grano saraceno)
- 250 gr di grano saraceno Bio
- 100 gr di pomodori essiccati
- 280 gr Olive verdi
- 250 gr di capperi Bio
- 180 gr Champignon Bio sott’olio
- Sale, olio extravergine di oliva e origano q.b.
Preparazione
Sciacquare e lessare in acqua salata il Farro per 35 minuti.
Sciacquare e lessare in acqua salata il grano saraceno per 20 minuti
Ammollare in acqua i pomodori essiccati per 15 minuti
Tagliare in 4 i Funghi sott’olio.
Eliminare il nocciolo dalle olive e tagliere in 2.
Lavare i capperi e mescolarli alle olive, ai pomodori essiccati, ai funghi e condire con olio extravergine di oliva e origano.
Mescolare il tutto con il grano saraceno e il farro. Può essere servito anche freddo.
Ecco pronto il nostro pranzo al sacco e Buon divertimento!
Della ricetta sono presenti sul nostro sito: il piccolino Bio Champignon sott’olio, l’origano essiccato di Sicilia Bio, il Farro, le olive verdi schiacciate, l’olio extravergine d’oliva.
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Cosa mangiare di sano per Colazione? Questo è un altro dei primi interrogativi che si pone chi sceglie di cambiare alimentazione.
A differenza di altri Paesi, in Italia siamo abbastanza abituati a scegliere per la colazione qualcosa di dolce: croissan alla marmellata, alla crema, al cioccolato, muffin, pane burro e marmellata, torte, crostate, etc.
Per chi sceglie di eliminare gli zuccheri raffinati e/o i grassi, i carboidrati, il latte dalla propria alimentazione la colazione può diventare un momento difficile e questo può determinare la scelta di saltare il pasto. Noi crediamo nell’importanza della colazione e soprattutto nel fatto che Sano è Buono e se sperimentiamo anche goloso ! Per questo abbiamo cercato delle alternative che ci permettono di essere felici iniziando la giornata senza rinunce e prendendoci cura del nostro organismo.
Oggi vi proponiamo la Purea di mele con granella di mandorle.
Ingredienti per 4 porzioni
- 4 mele Bio
- 1 bicchiere di succo di mele bio
- Cannella
- 10 Chiodi di garofano
- 150 gr di mandorle di Sicilia Bio
Prepartazione
Lavare le mele e riporle in una casseruola con 10 chiodi di garofano, due bastoncini di cannella e il succo di mele. Lasciar cuocere con coperchio per 30 minuti. Lasciare intiepidire e pulire le mele sottraendo la buccia e il torsolo. Inserire in una ciotola le mele con parte del succo di cottura filtrato e frullare con minipimer o frullatore. Verificare la quantità di liquido da aggiungere in modo da ottenere una purea consistente.
Lasciar riposare sino a raffreddamento. Tritare le mandorle a coltello e riporle sulla purea al momento del consumo. Se si volesse una consistenza più gelatinosa si potrebbe aggiungere una dose di agar-agar.
E’ possibile conservare in frigo per 2 giorni.
Una prima risposta alla domanda “Cosa mangiare di sano per colazione” l’abbiamo trovata e inoltre … questa è anche una colazione GLUTEN FREE!
Di questa ricetta nel nostro sito sono presenti il succo di mela bio e le mandorle bio di Sicilia.
A presto!
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Ormai prima di decidere dove mangiare la pizza tutti noi passiamo ore a scambiarci messaggi in cui cerchiamo di decidere tra chi ci propone almeno 48 ore di lievitazione, chi ci permette di scegliere tra innumerevoli farine – Farina integrale, farina 00, farina tipo 2, semola d grano duro, kamut – chi ci propone la massima digeribilità abolendo il classico Lievito di birra e proponendo il lievito madre. Ma come si fa a decidere? E se volessi fare la pizza in casa da dove parto?
Oggi vi proponiamo poche regole per poter ottenere in casa una pizza gustosa e che abbia alcuni accorgimenti.
Partiamo con la scelta della farina. Questo aspetto è importante perché il tipo di farina determina l’elasticità dell’impasto. Ciò che noi solitamente cerchiamo di fare quando ci cimentiamo ai fornelli è di cercare di ottenere il miglior risultato senza rinunciare alla salubrità degli ingredienti. Per questo dalla nostra dispensa abbiamo abolito la farina 00 in quanto troppo raffinata e industriale e ricchissima di zuccheri. Questo la rende alla lunga dannosa per il nostro organismo. Per questo solitamente scegliamo la farina tipo 2 conosciuta anche come farina “semi-integrale”. Questa è una farina caratterizzata da granuli di grosse dimensioni e un maggiore quantitativo di componenti fibrose e germe del seme rispetto a quelle raffinate. E’ una farina che presenta ottime caratteristiche nutrizionali ed è più facile da lavorare rispetto alla farina integrale. Un buon compromesso per una panificazione naturale.
E il lievito?
Questa è un’altra scelta determinante per la buona riuscita della nostra pizza. Solitamente scegliamo il lievito madre perché richiede una lievitazione più lunga e questo determina impasti più digeribili (nel prossimo post proporremo delle indicazioni per produrre in casa il lievito madre).
La difficoltà legata all’uso del lievito madre è che bisogna periodicamente rinfrescare la pasta e questo non è sempre possibile. In alternativa è possibile utilizzare il lievito madre essiccato. In entrambi i casi il tempo di lievitazione per un risultato ottimale dovrà essere di 10 – 12 ore (basta impastare al mattino per poter ottenere alla sera un’ottima pizza).
A questo punto gli ingredienti principali sono stati scelti. Chiaramente il risultato ottimale si ottiene se la scelta della qualità delle materie prime viene rispettata anche per i condimenti. Solitamente nelle comuni pizzerie ciò che viene comunemente chiamata mozzarella in realtà è una pasta ottenuta da latte in polvere estero perché più economica e con una maggiore resa. E’ inutile elencarvi le possibili conseguenze per la salute derivanti da un consumo assiduo di questi prodotti. Come verificarlo? Basta lasciar raffreddare la pizza e se la mozzarella si trasforma in una placchetta rigida, quasi plastificata, sicuramente non sarà stata ottenuta da latte fresco. In alternativa alla mozzarella possiamo scegliere di utilizzare anche del pecorino tagliato a fettine sottili adoperando un pela patate.
Per i non amanti dei latticini o delle proteine animali in generale, una pizza così ottenuta avrà un impasto così buono che merita di essere mangiata anche semplicemente con dell’olio e rosmarino oppure con del pomodoro e delle verdure affettate (zucchine, melanzane, peperoni, funghi, rucola a crudo, etc).
Adesso non resta che provare!!! Ecco le dosi per 6 persone:
- 500 gr di farina tipo 2 BIO (anche 250 farina tipo 2 e 250 farina di manitoba)
- 150 gr di pasta madre (precedentemente rinfrescata)
- 2 cucchiaini di sale
- 200 ml di acqua tiepida
Facoltativo
- 15 ml di olio extravergine d’oliva
- 1 cucchiaino di zucchero
Sciogliere la pasta madre in acqua tiepida. Aggiungete lentamente la farina e eventualmente l’olio, lo zucchero e alla fine il sale.
Con l’impasto ottenuto comporre 6 palline e lasciar lievitare per 10 ore in luogo caldo coprendo l’impasto con un canovaccio umido o la comune carta forno per evitare che l’impasto si secchi. Fare attenzione a non far subire all’impasto sbalzi termici; le nostre nonne usavano coprire la teglia con una coperta di lana o inserivano il ciotolone sotto le coperte del letto in modo che lievitasse bene. Non so se per ritualità, gratitudine o per convinzione ma noi continuiamo a farlo!
Buona pizza a tutti e fateci sapere del risultato!
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