Ciò che mangiamo è potenzialmente tossico? Come si ottiene un prodotto affumicato?
L’affumicatura è un’antica tecnica di lavorazione degli alimenti utilizzata soprattutto per aumentare il tempo di conservazione dei prodotti come carne e pesce ma, in tempi successivi, anche per insaporire. La lavorazione prevede l’utilizzo di legna a basso contenuto di resina che viene sottoposta a combustione alla quale viene esposto il cibo che si vuole affumicare.
I prodotti affumicati sono sempre più diffusi e apprezzati. A tale tipo di lavorazione sono sottoposti numerosi cibi tra i quali ritroviamo il pesce come il salmone, i prodotti caseari come le mozzarelle, le carni come i würstel e anche il thè.
Il costante incremento dei consumatori che apprezzano tale tipo di gusto ha spinto molte aziende a scegliere di aggiungere il gusto di affumicato anche in cibi solitamente non sottoposte ad affumicatura, come le zuppe.
Spesso, però, tale risultato viene raggiunto seguendo la via più rapida e meno costosa che prevede l’aggiunta di aroma di affumicatura. A tale proposito, sul sito dell’Efsa (autorità per la sicurezza alimentare) è scritto che “Gli aromatizzanti di affumicatura sono disciplinati in maniera distinta dagli altri aromi in quanto sono costituiti da miscele complesse che comprendono sostanze non identificate, che danno adito a problemi di sicurezza diversi” (per maggiori dettagli seguire il link aromi di affumicatura Efsa).
Ma allora ciò che mangiamo è affumicato o con aroma di affumicatura?
Ciò che praticamente accade è che ai prodotti il gusto di affumicato venga ottenuto aggiungendo delle miscele chimiche potenzialmente genotossici capaci cioè di danneggiare l’informazione genetica all’interno di una cellula causando mutazioni.
Le normative non prevedono l’obbligo di specificare quale aroma viene utilizzato nel processo di lavorazione: alcune di tali sostanze, malgrado gli studi abbiano dimostrato la tossicità, a basse quantità sembra che possano essere considerate sicure, per altre al momento gli studi non escludono l’elevato rischio anche se assunte in piccole dosi.
Negli alimenti biologici certificati, invece, possiamo trovare solo due tipologie di aromi:
- preparazioni aromatiche naturali rappresentati da sostanze ottenute da alimenti attraverso l’impiego di procedimenti fisici, enzimatici o microbiologici;
- sostanze aromatizzanti naturali ottenuti da elementi di origine animale, vegetale o microbiologica attraverso l’impiego di procedimenti fisici, enzimatici o microbiologici.
Leggiamo sempre le etichette prima di acquistare un prodotto e tuteleremo davvero la nostra salute!
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Come preparare dei buonissimi e morbidissimi panini all’olio fatti in casa ideali per una a colazione gustosa, un picnic con gli amici o uno spuntino goloso?
Solitamente questi sono momenti della giornata in cui facilmente si cade in una scelta di cibo spazzatura perchè rapido, reperibile facilmente fuori casa e soprattutto nell’idea di tanti più goloso del cibo sano. E invece… l’idea di produrre a casa propria dei buonissimi panini soffici da farcire con marmellata per la colazione o con insalata, ortaggi e tanto altro può mettere tutti d’accordo e rendere meno faticoso il nostro risveglio. Oggi vi proponiamo la ricetta di morbidissimi panini di farina semintegrale. Facili da realizzare e adatti ad ogni ricorrenza. Noi gli abbiamo sperimentati per il compleanno di 5 anni della nostra piccola ed é stato un successone!
Ingredienti (X 8 PANINI all’olio)
- 500 gr farina tipo 2
- 300 ml acqua tiepida
- 1 cucchiaino colpo di sale
- 2 cucchiaino rasi di zucchero di canna integrale
- 70 ml di olio extravergine di oliva
- 150 gr di lievito madre o 1 bustina di lievito madre essiccato.
Preparazione
Mescolare con una frusta acqua, sale, zucchero e olio sinché zucchero e sale non saranno sciolti.
Mescolare il lievito madre essiccato con la farina e aggiungerli al composto liquido un cucchiaio per volta continuando a mescolare.
Se avete optato per il lievito madre inserire il lievito nel composto liquido e farlo sciogliere. Solo dopo iniziare lentamente ad inserire la farina.
Quando l’impasto inizia a divenire corposo terminare l’impasto con le mani sino ad ottenere una palla liscia e omogenea. Mettere l’impasto in una ciotola capiente, coprire con un canovaccio e lasciar lievitare per 2 ore. Scoprire l’impasto e formare delle palline del pesi di 50 gr da posizionare sulla placca da forno ricoperta di carta forno. Posizionare le palline abbastanza lontane in modo da evitare che si uniscano. Coprire e far lievitare ancora un’ora. Spennellare con qualche goccia di olio extravergine di oliva. Accendere il forno a 200 gradi statico. Quando avrà raggiunto la temperatura infornare la placca con i panini e far cuocere per 15 minuti.
Ecco pronti per essere sfornati dei buonissimi panini all’olio extravergine di oliva che metteranno tutti d’accordo!
N.B. Per chi volesse i panini possono essere arricchiti anche con una spolverata di semi di sesamo o di zucca prima di infornare.
Per la realizzazione della ricetta nel nostro sito potete trovare:
- Olio extravergine di oliva Gran Pregio
- Farina tipo 2 La Terra e il cielo
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Gnocchi al pesto di Menta: un piatto fresco, colorato , profumato e Sano. Cosa chiedere di più?
Ormai è chiaro a tutti che i colori nel piatto fanno bene al corpo e alla vista e così oggi ci siamo impegnati nella preparazione degli gnocchi al pesto di menta: un piatto colorato e che prevedesse l’uso delle verdure a crudo in modo da poter essere certi di conservare tutte le proprietà in esse contenute. Ecco la ricetta semplice ma dal risultato assicurato!
Gnocchi al pesto di menta con cubetti di pomodorini e zucchine
Ingredienti per gli gnocchi (x 4 persone)
300 gr di farina di grani antichi tipo 2
1 kg di patate a pasta gialla
1 cucchiaino di sale integrale
Ingredienti per il pesto
50 foglie di menta
100 gr di mandorle di Sicilia non tostate
1 limone (succo)
Olio extravergine di oliva
Sale e pepe q.b.
Per le verdure
1 zucchina
8 pomodorini
Preparazione
Lavare le patate con la buccia avendo cura di eliminare tutti i residui di terra. Noi per comodità utilizziamo uno spazzolino. Cuocere le patate in abbondante acqua salata per 40 minuti. Per verificare che le patate siano realmente cotte utilizzare una forchetta. Scolare le patate, lasciarle raffreddare qualche minuto, pelarle e schiacciarle con uno schiacciapatate. Versare la farina su un tagliere e disporla a vulcano. Inserire le patate schiacciate e il sale e lavorare l’impasto fino a quando non risulterà omogeneo. Da considerare che la quantità di farina da adoperare è in parte variabile perché dipende molto dalle patate adoperate. Se dovesse essere necessario ridurre o aumentare la quantità di farina indicata. Lasciare riposare per 15 minuti. Tagliare l’impasto a fette spesse 2 cm, lavorare ciascuna fetta ottenendo un serpentino del diametro di 1 cm. Tagliare ciascun serpentino in tronchetti di 1,5 cm e passare su ogni tronchetto ottenuto la forchetta in modo da ottenere delle righe orizzontali. Infarinare e lasciar riposare.
Intanto occupiamoci della preparazione del pesto inserendo in un frullatore o robot da cucina le foglie di menta precedentemente lavate, le mandorle, l’olio extravergine di oliva, il sale, il pepe, il succo di un limone e mezzo bicchiere di acqua. Frullare sino ad ottenere una crema fluida. Se dovesse risultare troppo denso aggiungere ancora un mestolo d’acqua.
Lavare la zucchina e i pomodorini e tagliarli in piccoli cubettini non più grandi di cm 0,5.
Adesso non ci rimane che cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata, scolarli evitando di versarli in uno scolapasta per evitare che si rompano. Io solitamente adopero uno scolapasta di acciaio con manico col quale tiro su gli gnocchi direttamente dalla pentola senza versarli. Ricordarsi di trattenere un bicchiere di acqua di cottura che può tornare utile nella fase di condimento. Riversare gli gnocchi nella pentola, condire con 5 cucchiai colmi di pesto e se necessario qualche cucchiaio di acqua di cottura. Mescolare bene utilizzando un cucchiaio di legno. Impiattare riponendo sugli gnocchi una manciata di cubetti di pomodorini e zucchine, un filo d’olio extravergine di oliva e una spolverata di pepe nero.
Nel nostro sito potete trovare l’olio extravergine di oliva Gran Pregio, la farina tipo 2 e le mandorle di Sicilia.
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Oggi ricorre la giornata mondiale del commercio equo e solidale
Ma cosa significa Commercio Equo e solidale? Pensiamo che quella di oggi sia un’occasione importante per ricordare quali sono i valori su cui si fonda questa particolar attività economica e come questa si è trasformata rispetto all’origine.
Anzitutto individuiamo alcuni dei principi fondanti del commercio equo e solidale. Gli aspetti principali sono:
- prezzo equo da riconoscere ai produttori
- Creazione di una rete commerciale attraverso la quale distribuire prodotti di qualità ma che per scarsità di mezzi o di contatti non arriverebbero mai alla grande distribuzione
- Pagamento anticipato di parte degli ordini per permettere a chi non ha risorse sufficienti di avviare la produzione
L’idea innovativa del commercio equo é stata quella di pensare ai prodotti come ad un progetto condiviso tra chi produce, chi distribuisce e chi acquista.
Oggi il commercio equo e solidale ha fatto un ulteriore passo avanti: commercio equo e solidale non é più “soltanto” sud del mondo così come siamo abituati a pensarlo ma é sostegno alle economie solidali. Per questo oggi é possibile trovare nelle botteghe del mondo anche prodotti equo e solidali italiani come quelli realizzati sulle terre confiscate alla mafia con marchio libera terra, quelli provenienti da cooperative sociali nelle quali lavorano disabili, ex carcerati, donne soggette a violenza e tanto altro. Tutti questi progetti sono accomunati dalla convinzione che la restituzione della dignità della persona passa anche attraverso la realizzazione lavorativa. Tanti di questi prodotti vengono realizzati occupandosi anche della tutela dell’ambiente e con certificazione Bio. Come per tutti i settori, anche nel commercio equo, giunto anche nella grande distribuzione, i progetti sono differenti da marhio a marchio e da progetto a progetto: è possibile, infatti, trovare le piccole aziende agricole o artigianali in cui lavorano donne delle aree rurali che vivono in capanne in zone del mondo sperdute e grandi imprese iscritte nel registro internazionale del commercio equo e solidale che fungono da terzisti per grandi marchi. Per aiutarci a scegliere importante risulta sempre leggere le etichette e eventualmente consultare anche le pagine web che descrivono nel dettaglio il progetto relativo a ciascun prodotto. Solitamente noi consigliamo di scegliere i prodotti che forniscono una quantità di informazioni maggiore.
Noi abbiamo scelto di proporre alcuni di questi prodotti capaci di rispondere ai requisiti di qualità, certificati Bio e a elevato impatto sociale. Per questo é possibile trovare nel nostro sito i paccheri e le caserecce di libera terra, il caffé 100%arabica di Altromercato, il cioccolato fondente con quinoa, con fave si cacao o all’arancia di Altromercato. Provateli e contribuirete a diffondere un’economia sostenibile!
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Foglie di Vite per una ricetta sana e originale: involtini di foglie di vite
Involtini di foglie di vite?? E’ proprio vero che nulla – o quasi – rapresenta un vero rifiuto. Bisogna “semplicemente” dimenticare per un attimo le proprie abitudini sedimentate in anni e provare a vedere le cose con occhi nuovi… magari facendoci aiutare dagli altri. Ed è sulla base di questo tentativo che ho provato a lanciarmi in una ricetta per me nuova adoperando come ingrediente un elemento per me sino ad oggi di “scarto”.. le foglie della vite. Per me questo non è mai stato un ingrediente adoperabile in cucina forse perchè le foglie della vite non si vendono al mercato, forse perchè è sempre più difficile trovarle non trattate o forse semplicemente perchè non mi sono mai disconstata dalle abitudini gastronomiche della mia famiglia. Era però almeno un anno che guardavo queste bellissime foglie nell’orto e le osservavo nel susseguirsi delle stagioni aspettando il giorno in cui sarebbero state nuove, belle, abbastanza grandi ma non troppo per non rischiare di rimanere dure e finalmente maggio è arrivato! Le nuove foglie sono ormai pronte e perfette per essere impiegate in questa ricetta tipica di vari Paesi del Mediterraneo come ad esempio la Grecia e Cipro. Ciò che secondo me rende ancor più intersante questa ricetta sono le innumerevoli proprietà racchiuse nelle foglie di vite ricche di antiossidanti, vitamine e sali minerali (per maggiori info potete consultare anche il sito www.inerboristeria.com ).
Così le nostre foglie si sono trasformate in involtini di foglie di vite a base di riso ed erbe aromatiche perfetti anche per la stagione calda – anche se sembra ancora autunno – dato che vanno serviti freddi. Provateli! Sono davvero buoni e incuriosiranno anche tutti i vostri amici.
Ingredienti per 10 involtini
- 200 gr di Riso Vialone nano
- 12 Foglie di vite Bio non trattate
- 1 limone (succo)
- 3 rametti di Finocchietto selvatico
- 1 Cipolla dorata
- 10 foglie di menta
- 1 ciuffo di prezzemolo
- Sale, Olio extravergine di oliva e pepe q.b.
Preparazione
Lavare le foglie di vite e sbollentarle per 5 minuti. Riporle su un canovaccio per farle raffreddare e asciugare.
Tagliare finemente la cipolla e riporla in una casseruola con tre mestoli di acqua per farla appassire. Lavare e tagliare finemente le erbe aromatiche (menta, finocchietto, prezzemolo, pepe) aggiungerle alla cipolla e mescolare. Lavare sotto l’acqua corrente il riso e aggiungerlo alla cipolla e alle erbe aromatiche. Irrorare con 2 bicchieri di acqua. Salare e lascia cuocere a fuoco lento per 10 minuti avendo cura di mescolare spesso per evitare che il riso si attacchi sul fondo della pentola.
Comporre gli involtini adagiando su ciascuna foglia un cucchiaio colmo di riso. Chiudere l’involtino piegando prima la parte alta della foglia e dopo le due parti laterali e infine arrotolandolo per chiuderlo.
Ripetere le operazioni per tutte le foglie avendo cura di lasciarne due con le quali ricoprire la casseruola nella quale riporremo gli involtini per ultimare la cottura. Riposti tutti gli involtini nella pentola irrorare con il succo di un limone e ricoprire tutti gli involtini di acqua. Salare. Apporre sugli involtini un peso per evitare che si aprano. Noi abbiamo usato un piatto poco più piccolo del diametro della pentola e abbiamo riposto su di esso una ciotola colma d’acqua. Lasciar cuocere a fuoco basso e fino ad esaurimento dell’acqua (60-80 minuti). Lasciar raffreddare. Servire freddi insaporiti con olio extravergine di oliva e una spolverata di pepe nero.
Nel nostro sito potete trovare il Riso vialone nano, il finocchietto selvatico essiccato, la menta essiccata e l’olio extravergine di oliva. Veniteli a provare!
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Frutti Rossi: ricchi di proprietà benefiche ma se coltivati nel luogo sbagliato possono minare la nostra salute
Ormai in primavera spuntano ovunque i frutti rossi (anche se la stagione è ancora prematura). La maggior parte di quelli che ritroviamo nella grande distribuzione derivano dall’Est Europa così come anche la maggior parte dei funghi presenti sugli scaffali dei supermercati (le confezioni di funghi essiccati non riportano neppure la provenienza del prodotto ma solo l’indicazione dell’azienda che li trasforma o commercializza).
Ma perché è così importante conoscere la provenienza di ciò che mangiamo? Perché ci sono territori diversi e cibi diversi: Ci sono territori molto inquinati e territori meno inquinati, cibi a elevano assorbimento di inquinanti e cibi più “puliti”.
L’Efsa, autorità sulla sicurezza alimentare, aggiorna periodicamente l’elenco dei cibi a maggior assorbimento di pesticidi (per i quali è fortemente consigliata la scelta del Bio) e cibi a basso assorbimento. Tra quelli ad elevato assorbimento di pesticidi ritroviamo anche i frutti rossi. Ricordo che nel periodo delle amiche tutte in gravidanza , alcune evitavano per tutta il periodo di gestazione, di mangiare le fragole. Perché? Le loro mamme avevano riferito che questi frutti sono paragonabili a delle spugne che trattengono tutti gli inquinanti e quindi non fanno bene neppure al bambino. Si scopre che le nostre mamme o le nostre nonne già seguivano le indicazioni che oggi ci giungono dalle autorità in materia di sicurezza alimentare.
Ma tutto questo cosa centra con l’Est Europa? Ci sono zone in cui si paga ancora lo scotto di disastri ambientali come Chernobyl e proprio per la grande capacità di assorbimento di questi frutti alcuni trattengono ancora la radioattività di cui quei territori sono ancora invasi. In territori come Fukushima, anch’esso colpito da un’esplosione di una centrale nucleare, i livelli di controllo sul cibo sono diventati molto più elevati e alcuni dei prodotti italiani, che importano e trasformano i frutti rossi provenienti da territori come la Bulgaria, sono stati bloccati all’ingresso. Perché? Perché avevano un livello di radioattività più elevato di quello consentito. Nei territori colpiti da questo tipo di problematica molti cibi non sono più consentiti e quindi? Questi prodotti vengono esportati all’estero e arrivano anche in Italia perché l’Europa ha una regolamentazione meno rigido. Questo non appare sulle etichette e l’unico modo che noi consumatori abbiamo per tutelarci è evitare alcune provenienze. Consideriamo che per i frutti freschi capire la provenienza è più facile dato che è obbligatorio per i negozi di ortofrutta esporre la provenienza dei prodotti. Per i prodotti confezionati come marmellate, composte, conserve varie, questa obbligatorietà non c’è e quindi risulta più difficile scegliere. Alcune aziende, soprattutto se aziende agricole che trasformano direttamente la propria frutta, inseriscono in etichetta la dicitura “100% frutta italiana”. Questo garantisce la provenienza del prodotto. Nel Biologico, invece, sotto la fogliolina verde che simboleggia proprio l’origine biologica del prodotto, è indicata la provenienza (UE O NON UE). Questa potrebbe essere una prima indicazione. Chiaramente solo prediligendo prodotti trasformati direttamente dalle aziende agricole è possibile avere l’indicazione precisa della provenienza della frutta. In ogni caso è sempre meglio prediligere chi sceglie di indicare il luogo di coltivazione della materia prima.
La buona notizia è che rapporto Efsa sui pesticidi negli alimenti risulta che i prodotti Italiani sono i più controllati e quindi sicuri di Europa.
Per maggiori informazioni sui prodotti a maggiore rischio è possibile consultare anche il sito di Ewg organizzazione americana non-profit specializzata in ricerca sulla tossicità delle sostanze.
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Oggi celebriamo la Giornata Internazionale di Lotta Contadina. Ma cos’è? Si tratta di un’iniziativa indetta dal movimento de La Via Campesina in difesa dei piccoli contadini e allevatori di tutto il mondo per contribuire alla realizzazione di un modello agricolo e alimentare basato sui principi della Sovranità Alimentare. Tale iniziativa è stata sostenuta negli anni anche dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica. Cogliamo l’occasione di questo 17 Aprile per riflettere su ciò che sta accadendo in Italia e nel modo in relazione a queste tematiche e ci accorgiamo che, accanto alle multinazionali che cercano di rendere sempre più indisponibili le sementi, più speculativi i prezzi delle materie prime a scapito degli agricoltori, più produttiva la terra a scapito dell’ecosistema, più industriali i prodotti alimentari a scapito della salute troviamo un movimento di donne agricoltori che con il lavoro quotidiano cerca di invertire la rotta.
Oggi in Italia, infatti, si sta assistendo ad un fenomeno interessante: le Donne diventano imprenditrici agricole non solo alla guida delle aziende familiari ma anche come imprenditrici agricole di prima generazione. Tante di loro scelgono di condividere questa passione creando delle associazioni come, ad esempio, Donne in campo – Associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura – nata nel 1999. Oggi, si stima che nel 2020 alla guida di più del 40% delle aziende agricole ci saranno le donne (http://www.donneincampo.it/). Ma perché tutto questo è interessante? Perché ci permette di rilevare un’inversione di rotta: queste sono donne laureate, che hanno scelto la terra come realizzazione personale e professionale, che hanno a cuore l’ambiente scegliendo la pratica dell’agricoltura Biologica, dell’uso delle energie rinnovabili e dell’introduzione di nuove tecnologie. Spesso queste aziende sono dei luoghi aperti da visitare, in cui trascorrere qualche giorno di incontro con la natura. Alcuni diventano delle fattorie didattiche o degli Agriasilo o Agrinido. Un mondo in movimento che cancella con un colto di spugna le incertezze e ci fa pensare che un futuro è ancora possibile.
Buona Giornata Internazionale di Lotta Contadina a tutti!
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Risotto ai funghi Champignon versione vegan con funghi essiccati e polvere di fungo
Spesso mi capita di sentire che i funghi champignon sono privi di sapore e che richiedono l’aggiunta di burro, panna o formaggio per ottenere un piatto gustoso. Sicuramente questi risultano meno preziosi e saporiti di altri funghi come ad esempio i porcini o i cardoncelli pugliesi ma, se essiccati, acquistano profumo e sapore. Tutti gli amici che hanno deciso di provarli hanno confermato l’acquisto perché soddisfatti del risultato. Così saporiti per la preparazione dei risotti che permettono di evitare anche la mantecatura con burro e formaggio. Vi proponiamo una versione vegan del risotto che a noi piace molto.
Ricetta Risotto ai funghi Champignon
Ingredienti per 4 persone
- 360 gr di riso vialone nano
- 30 gr di Champignon essiccati a fette
- 1 cipolla dorata
- buccia grattuggiata di 1/4 di limone bio
- polvere di fungo, sale e pepe q.b.
Per il Brodo vegetale
- 2 l di acqua
- 1 carota
- 1 patate
- 1 costa di sedano
- 2 pomodori ciliegina
- 1 spicchio di aglio
- 1 ciuffo di prezzemolo
Preparazione
Inserire le verdure appositamente pulite e lavate in 2 litri di acqua. Intanto che cuoce il brodo mettere a bagno i funghi in 500 ml di acqua per 15 minuti. Sbucciare una cipolla e tagliarla finemente. Inserirla in una casseruola e farla appassire con due mestoli di brodo per 10 minuti. Aggiungere i funghi e il riso. Far tostare per 2-3 minuti e aggiungere il brodo un pò per volta sino a completa cottura del riso. Chi volesse rinfrescare la ricetta potrebbe aggiungerci una grattugiata di buccia di limone bio. Spolverare con pepe nero e insaporire con olio extravergine di oliva. Accompagnare il piatto con una piccola ciotola contenente due cucchiaini di polvere di champignon essiccati. Arricchirà la presentazione, renderà il piatto più saporito e eviterà l’aggiunta del formaggio!
Nel nostro sito, per la preparazione della ricett,a trovare il riso vialone nano bianco, i funghi Champignon essiccati a fette, la polvere di funghi Champignon. Tutto chiaramente Bio e Made in Italy.
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Spaghetti al Tarassaco: gusto di primavera!
Gli Spaghetti al Tarassaco è un piatto primaverile per eccellenza. Se dovessi pensare ad uno dei colori che mi ricorda di più la primavera, oltre all’azzurro del cielo e al verde delle foglie che ogni giorno arricchiscono i rami ancora spogli dell’inverno, penserei al giallo del Tarassaco. Tutti i prati, i parchi, le campagne italiane sono ricche di questo fiore giallo che in realtà ci ricorda l’abbondanza spontanea della natura. Questo fiore appartiene alla pianta del Tarassaco che rappresenta per noi una ricchezza in quanto commestibile. Il tarassaco ha delle grandi proprietà depurative e disintossicanti soprattutto per il nostro fegato e ci aiuta a lasciarci alle spalle il freddo inverno e a prepararci all’arrivo della temperatura più calda. E’ sufficiente allontanarsi dalla città per poter passare una giornata all’aria aperta e magari approfittare per raccogliere questa verdura spontanea. Le possibilità di utilizzo sono varie: possiamo preparare dell’insalata tritando le foglie di tarassaco molte piccole e unindole a cubetti di mela. Il tutto condito con sale, olio extravergine di oliva e aceto balsamico di Modena. In alternativa vi proponiamo una salsa per condire gli spaghetti che permetterà di condividere questa ricchezza anche con i non amanti del gusto amaro.
Ecco la ricetta degli Spaghetti al Tarassaco
Ingredienti (per 4 persone)
- 400 gr di Spaghetti di semola di grano duro Bio
- 1 kg di Tarassaco
- 1 cipolla
- 100 ml di crema di noci
- sale, pepe q.b.
Procedimento
Pulire il tarassaco eliminando i fiori e la radice e mantenendo solo le foglie. Lavare in abbondante acqua. Tagliare finemente la cipolla e farla appassire con un mestolo di acqua coprendo con coperchio. Aggiungere il tarassaco e far cuocere con coperchio per 10 minuti. Intanto preparare la crema di noci (per la ricetta clicca qui)
Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata e due minuti prima della cottura far saltare gli spaghetti con il tarassaco e la cipolla. Aggiungere la crema di noci, l’olio extravergine di oliva, il pepe e servire subito.
Se non gradite il gusto un po’ amaro delle verdure potete scottare il tarassaco nell’acqua di cottura degli spaghetti prima di metterlo in padella. Così risulterà un pò più dolce.
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Come preparare il sale aromatizzato in casa?
Il sale aromatizzato potrebbe essere un’idea originale per arricchire le nostre tavole.
Della serie meno prodotti industriali ingeriamo e meglio è, cerchiamo di prepararlo a casa in modo da essere sicuri degli ingredienti. Questa è una possibilità di preparare qualcosa di semplice, originale e potenzialmente anche una valida idea regalo. Immaginate il figurone che faremmo se a tavola i nostri ospiti potessero scegliere tra 3 o 4 tipologie di sale? Magari il tutto condito con una presentazione interessante magari con piccoli vasetti in vetro o piccole ciotole a forma di cucchiaio. Interessante risulta anche la duplice funzione del sale e degli aromi: il sale viene reso profumato dagli agrumi o dalle erbe e queste ultime si conservano grazie alle proprietà del sale. Connubio perfetto!
Vi presentiamo tre idee che possono aiutarvi nella preparazione domestica ma, dopo aver appreso la tecnica, potrete sbizzarrire la vostra fantasia.
Sale aromatizzato al limone e timo
Ingredienti
- 2-3 cucchiai abbondanti di sale grosso integrale
- 1 limone biologico non trattato
- 1 cucchiaino di timo Bio
Preparazione
Lavare il limone, asciugarlo e prelevare la scorza aiutandosi con un pelapatate. Cerchiamo di tagliare la scorza molto sottile per evitare che rimanga la parte bianca che potrebbe dare un retrogusto più amaro.
Riporre nel robot da cucina il sale, la scorza di limone e il cucchiaino di timo.
Tritare il tutto sino fino ad ottenere un composto di granelli della grandezza del sale fino.
Riporre il tutto in un essiccatore a 40° per 2 ore oppure in forno 50° per 30 minuti.
Lasciare raffreddare.
Adesso non ci rimane che riempire i nostri vasetti!
Utilizzo
Noi lo utilizziamo per aromatizzare il risotto ai funghi Champignon ma è perfetto anche per la preparazione del pesce (per chi lo mangia ).
Sale aromatizzato al rosmarino
Ingredienti
- 2-3 cucchiai abbondanti di sale grosso integrale
- 1 cucchiaio di rosmarino Bio oppure 2 rametti
Preparazione
Come per il Sale aromatizzato al limone e timo.
Utilizzo
Perfetto per le Patate o in aggiunta alla zuppa di ceci!
Sale alle erbe aromatiche (per maggiori dettagli sui benefici clicca il link)
Ingredienti
- 200 gr di sale grosso integrale
- 1 cucchiaio di rosmarino Bio
- 1 cucchiaio di basilico Bio
- 1 cucchiaio di erba cipollina Bio
- 1 cucchiaio di prezzemolo Bio
- 1 cucchiaio di salvia Bio
- 1 spicchi di aglio (facoltativo) Bio
- 1 cucchiaio di timo Bio
Preparazione
Come per il Sale aromatizzato al limone e timo.
Utilizzo
Preparazione di polpette o hamburger vegetariani. Preparazione di carne (per chi la mangia ).
Fateci sapere com’è andata!
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